A seguito degli attentati di Parigi, da parte di alcuni estremisti islamici, o per dire meglio dire dell’ISIS, accaduti il giorno 13 novembre 2015, si sono verificati in vari Paesi Europei episodi di intolleranza, o addirittura di razzismo, rivolti ai praticanti della religione islamica.
Noi, come scuola, ma soprattutto come giovani alunni che crescono a contatto diretto con persone di diverse etnie, culture e religioni, ci siamo sentiti in dovere di discutere e riflettere assieme dei fatti accaduti per evitare che i ragazzi di altri orientamenti religiosi si sentano a disagio o giudicati da noi in modo negativo. In classe abbiamo avuto la possibilità di esprimere il nostro pensiero riguardo agli  attentati e di confrontarci con compagni e professori. Durante la discussione sono emerse alcune possibili soluzioni: c’è chi ritiene che l’unica via possibile sia quella di chiudere le frontiere; altri propongono di rispondere agli attacchi con i mezzi militari; altri ancora pensano che il modo migliore sia scendere nelle strade e agire come popolo unito in modo pacifico per mezzo di manifestazioni per opporsi alla violenza, all’intolleranza e alla discriminazione. 
La soluzione più condivisa dalla nostra classe è il rispetto reciproco nei confronti delle persone provenienti da altri Paesi; inoltre, crediamo che sia importante conoscerci per fare in modo che tutti possano integrarsi. Molte persone che non conoscono le altre confessioni tendono a provare diffidenza e intolleranza, mentre tutte le religioni, sia che adorino Dio, Allah, Buddha o altri dei, hanno una cosa in comune: la violenza è sempre “male” e non può mai essere considerata come “bene”.
Noi abbiamo quindi concluso la discussione con una frase che riteniamo importante e significativa: “SAPERE E’ POTERE” . Solo  abbattendo il muro dell’ignoranza, intesa come non conoscenza, potremo vivere in un mondo basato sulla giustizia, sulla pace, sulla collaborazione, sul rispetto.