Origini e vita privata
Diego Armando Maradona è nato il 30 ottobre 1960 a Lanùs in Argentina ed è morto il 25 novembre 2020 a Tigri, sempre in Argentina.
È stato un calciatore, allenatore di calcio e dirigente sportivo Argentino, il suo ruolo di ruolo centrocampista offensivo gli ha permesso di diventare campione del mondo nel 1986 e vicecampione del mondo nel 1990 con la nazionale Argentina.
Soprannominato El Pibe de Oro dal Spagnolo “il ragazzo d’oro”, è considerato uno dei più grandi calciatori di tutti i tempi.
Era padre di cinque figli: Dalma Nerea (1987) e Gianina Dinorah (1989), nate dal matrimonio con Claudia Villafañe (sposata il 7 novembre 1989 e dalla quale divorziò nel 2004, mantenendo comunque buoni rapporti), Diego Junior (1986), nato dalla relazione con Cristiana Sinagra e riconosciuto da Maradona solo nel 2007 dopo una lunga battaglia legale, Jana (1996), dalla relazione con Valeria Sabalaín e Diego Fernando (2013), nato dalla relazione con Verónica Ojeda.
Nel 2009 divenne nonno per la prima volta a seguito della nascita di Benjamín, figlio della figlia Gianinna e del calciatore Sergio Agüero; in seguito ha avuto altri quattro nipoti.). Oltre a lui ed ai suoi fratelli, anche il figlio Diego jr. è un calciatore, così come lo sono i suoi nipoti Diego Hernán Valeri ed i gemelli Nicolás e Santiago Villafañe.

Carriera
Maradona iniziò a giocare a calcio nella squadra del padre, l’Estrella Roja, di cui Diego era il talento più apprezzato. Quando iniziò a giocare a calcio aveva all’incirca 10 anni, da allora non smise più fino a costruirsi una carriera da professionista per più di vent’anni: giocò nell’ Argentinos Juniors, nel Boca Juniors, nel Barcellona, nel Napoli, nel Siviglia e nel Newell’s Old Boys. Con la nazionale argentina partecipò a ben quattro Mondiali (1982, 1986, 1990 e 1994), vincendo da protagonista il torneo del 1986.
Maradona ha vinto due scudetti, una Coppa Italia, una Supercoppa italiana e una Coppa UEFA.

Il murales nei Quartieri Spagnoli
Nel 1990, alla finale della Coppa Italia, il popolo dei Quartieri Spagnoli commissionò a Mario Filardi (cameriere con la passione per la pittura) la realizzazione di un murale sul prospetto di uno dei fabbricati dell’ex Largo degli artisti, oggi Largo Maradona, in omaggio al Pibe de oro e meta turistica immancabile per gli appassionati di calcio che visitano la città.

Le scarpe slacciate
Anche Diego Armando Maradona ogni tanto giocava con le scarpe slacciate, forse per enfatizzare l’intimità magica del suo piede con il pallone, tanto che capitava che l’arbitro Paolo Casarin lo redarguisse, ma El Pibe faceva spallucce.

Dipendenze ed eccessi
Dai primi anni ottanta fino al 2004, Maradona fu dipendente dalla cocaina: egli ammise, nella sua autobiografia pubblicata nel 2000, di aver iniziato a farne uso nel 1982, quando giocava nel Barcellona. Durante il suo soggiorno a Napoli, il consumo divenne una vera e propria tossicodipendenza, che cominciava ad interferire con la sua capacità di giocare a calcio.
Negli anni successivi al ritiro, a causa degli eccessi con cibo, alcol e cocaina, la sua salute peggiorò progressivamente, costringendolo a diversi ricoveri ospedalieri e interventi chirurgici, oltre a piani di riabilitazione e disintossicazione, tra gli anni 2000 e gli anni 2010.

La morte
Il 2 novembre 2020, pochi giorni dopo aver compiuto 60 anni, venne portato d’urgenza in una clinica e subì una delicata operazione al cervello.
Tornato nella sua casa di Tigre per un lungo periodo di convalescenza e di riabilitazione dopo la buona riuscita dell’intervento, morì improvvisamente il 25 novembre per un edema polmonare acuto conseguente a insufficienza cardiaca.
Nei giorni successivi molti suoi ex-compagni di squadra del Napoli e della Nazionale argentina, ma anche tanti ex avversari storici, lo ricordarono commossi per la sua grande umanità e generosità.

Classe 1^D