Tutte le persone che vivono nella linea di confine tra la Russia e l’Ucraina hanno perso la casa, la città, la famiglia e ultima cosa, ma non meno importante, anzi, la più importante, hanno perso la vita.
Anche i bambini hanno perso la spensieratezza della loro età e magari sono anche stati costretti a fuggire da soli a piedi per giorni o settimane… Il conflitto non è iniziato nel 2022 come molti pensano, ma nel 2014. Ecco alcuni dati che riguardano questa guerra:
vittime: almeno 42.295;
feriti: almeno 58.479;
dispersi: almeno 15.000;
profughi: circa 14 milioni di persone;
edifici distrutti: si stima almeno 140.000.
Spesso sentiamo dire frasi come queste: “O poverini, mi dispiace per loro..” oppure “Prima o poi
finirà, e tutto tornerà come prima” e ci dimentichiamo di questo dramma, perché torniamo alla nostra vita normale, loro invece non se ne dimenticano e ci convivono ogni giorno e i giorni sembrano infiniti.
Proviamo solo a immaginarci che ogni giorno sono costretti a convivere con bombe, spari, urla, fuoco, e vedere corpi senza vita per strada o salutare i loro uomini che partono senza la certezza di ritornare a casa sani e salvi. Anche chi è scappato è costretto a vedere padri, mariti, fratelli e figli attraverso un telefono e forse non avranno mai più la possibilità di rivederli dal vivo.
Ripensando ai dati riportati all’inizio, dobbiamo considerarci fortunati a vivere in una società senza guerra. E dobbiamo sperare che i politici di tutto il mondo inizino a preferire la pace alla guerra.