Il 27 gennaio è la Giornata della memoria, dedicata a ricordare gli avvenimenti del passato, in particolare gli avvenimenti della Seconda Guerra Mondiale riguardanti le atrocità commesse dai nazisti verso le minoranze. La nostra scuola, per questa occasione, ha organizzato un incontro per tutte le classi terze della scuola media con l’associazione ANPI di Mantova. Questa associazione si impegna nell’assicurarsi che le nuove generazioni non dimentichino mai gli avvenimenti del passato. Il 16 gennaio Anna Pezzela e Ezio Frontelli sono venuti nella nostra scuola per parlarci dell’Olocausto e dell’esperienza dello stesso padre della signora Pezzela, il signor Lino Pezzella che fu deportato in un campo di sterminio. Anna Pezzella è anche la presidentessa dell’associazione. La settimana successiva, il 26 gennaio ci siamo diretti verso il cinema Politeama e abbiamo assistito alla riproduzione di un film che in un modo anche un po’ comico racconta come si viveva in Germania durante la seconda guerra mondiale. Il film si intitola Jojo Rabbit e racconta della storia di un ragazzo di 10 anni che viene soprannominato Jojo Coniglio, per via della mancanza di coraggio. Jojo trova la salvezza e il rifugio da queste prese in giro in un amico immaginario alquanto insolito: Adolf Hitler. Cresciuto in un mondo con un ideale fortemente nazista, Jojo si comporta come tale, ma dopo aver scoperto che la madre nasconde e protegge una ragazza ebrea, si trova in un’enorme difficoltà: deciderà di stare dalla parte della madre, quindi proteggendo anche la ragazza, oppure la denuncerà, condannando a morte lei e Elsa (la ragazza ebra) ma restando fedele agli ideali che gli sono stati imposti?
Cosa ne pensiamo: Il film ci è piaciuto molto perché attraverso lo strumento dell’ironia e della risata coinvolge lo spettatore facendo anche riflettere su tematiche molto importanti quali insensatezza dell’ideale nazista e dei pregiudizi in generale.
Una frase in particolare ci ha colpito molto: è pronunciata dalla madre di Jojo quando entrambi si trovano in piazza e, davanti a cinque persone impiccate, Jojo distoglie lo sguardo. La madre prende fra le mani la testa del figlio e lo costringe a guardare e, alla domanda di Jojo: “Ma che cosa hanno fatto?”, lei risponde: “Hanno solo fatto quello che potevano”. Pensiamo che questa frase sia importante perché fa riflettere sulle responsabilità e i doveri di ognuno.

Classe 3^G