Nel 1948 ha avuto inizio uno degli eventi più significativi del XX secolo, che ha influenzato e influenzerà il nostro futuro e quello di tutto il mondo. Stiamo parlando del conflitto tra Israele e Palestina: un’ostilità che ha ripreso vita in questi ultimi mesi, più precisamente il 7 ottobre 2023.
Si è parlato molto di questa guerra nei telegiornali, e la notizia ha raggiunto le famiglie lasciando tutti sgomenti. Questo conflitto va avanti ormai da anni e sta causando tantissimi problemi di ogni tipo: sociale, politico ed economico. Non è facile spiegare le cause di questa guerra: sicuramente ci sono stati eventi accaduti in passato che ancora oggi non sono stati risolti.
Durante la Seconda guerra mondiale, a causa dell’ondata di antisemitismo europeo, la regione accolse molti immigrati di origine ebraica. Nel 1947, tuttavia, in un clima di crescente ostilità, l’ONU elaborò un piano di spartizione territoriale della Palestina per dare vita a due Stati, uno ebraico e l’altro arabo-palestinese. Il 29 novembre 1947 l’Assemblea generale dell’ONU approvò con una maggioranza di due terzi il piano, che fu accolto con favore dagli ebrei, ma osteggiato dagli arabi. Il 14 maggio 1948, venne proclamata l’indipendenza dello Stato di Israele. Subito dopo la proclamazione della nascita dello Stato d’Israele (15 maggio), gli eserciti dei Paesi arabi confinanti entrarono in Palestina dando vita alla prima guerra arabo-israeliana che si concluse con una serie di armistizi stipulati all’inizio del 1949: lo Stato ebraico ottenne una vittoria schiacciante annettendo parti dello Stato arabo.
Negli anni successivi si tentarono diverse trattative di pace che però portarono a scarsi risultati, non giungendo mai a una conclusione specifica. Di questi si ricordano maggiormente gli accordi di Camp David del 1978 e gli Accordi di Oslo del 1993 che videro il primo ministro israeliano Yitzhak Rabin (1922-1995) e Arafat firmare un documento che sanciva il riconoscimento reciproco. Nel corso degli anni successivi emerse, però, con chiarezza che entrambe le parti non erano in grado di rispettare le clausole più importanti (abbandono del terrorismo per gli uni e termine della colonizzazione per gli altri) e che i rapporti tra le parti erano caratterizzati da un fragile equilibrio.
Il 7 ottobre 2023, un attacco a sorpresa da parte di Hamas ha colpito Israele che si è trovato completamente impreparato, tanto da essere danneggiato significativamente: sono state distrutte abitazioni, ospedali e si sono registrate numerose vittime. Sono state rapite intere famiglie e molti bambini, alcuni dei quali sono stati anche uccisi.
Dopo questo attacco, Israele non ha esitato e ha risposto ad Hamas con altrettanti bombardamenti, causando distruzione e vittime anche in quei luoghi.
La tensione fra questi due stati si è alzata notevolmente creando conflitti e odio tra gli abitanti. Ad oggi la situazione è sempre più critica e continuano ad esserci molte vittime, dispersi e feriti. Fino ad ora il numero dei morti è di circa 16.000 e questo solo in tre mesi.
Noi, che siamo ragazzi di tredici e quattordici anni, pensiamo che questa guerra si sarebbe potuta evitare utilizzando la via del dialogo; inoltre crediamo che, alla fine di questo conflitto, nessuno dei due vincerà: è una guerra persa in partenza, anche perché, in questo contrasto, sono state coinvolte persone innocenti, come bambini e anziani, che ne hanno dovuto pagare le conseguenze a caro prezzo.
Concludiamo con il dire e lo sperare che questa situazione drammatica finisca presto e che questi stati possano riappacificarsi. In questo modo nessuno dovrà più rimpiangere alcun parente, amico, genitore o figlio.

Classe 3^D