Noi ormai ci ostiniamo a utilizzare continuamente le fonti non rinnovabili, perché sono proprio i combustibili fossili, che ci permettono di ricavare le diverse energie, di cui noi abbiamo bisogno per vivere. Per la precisione forniscono l’85% dell’energia consumata nel mondo e sono uno dei principali beni del commercio internazionale.
Ma un giorno questi ultimi scompariranno, perché le fonti non rinnovabili sono esauribili, ma, soprattutto, sono estremamente inquinanti ed è proprio per questo ultimo aspetto che il mondo sta cercando di limitarne l’uso.
I giacimenti dei combustibili fossili sono concentrati in poche parti del mondo. Il più diffuso è il carbone che si trova maggiormente in circa 30 Paesi, ma soprattutto in Cina, Australia, e Stati Uniti. Invece il petrolio, il gas naturale li troviamo nel sottosuolo e nei fondali marini del Medio Oriente dell’Asia centrale, della Siberia, in Canada, negli Stati Uniti, Venezuela ed infine il Messico.
Però esistono anche le fonti rinnovabili che sono l’acqua, il vento, il sole e l’energia che si ricava dal calore della Terra. Dall’acqua si ricava energia idrica che è la principale tra le fonti che sono dette “alternative” o oppure “verdi”, perchè sono meno inquinanti e non esauribili. I principali produttori dell’energia idrica sono i Paesi che sono ricchi di fiumi cioè la Cina, il Brasile, il Canada e, infine, gli Stati Uniti. Tutte le altre fonti rinnovabili, cioè l’energia geotermica, solare ed eolica rappresentano purtroppo una parte molto piccola di consumo, perché sono ancora in via di sviluppo.
Ma quando è iniziata la “dipendenza” dalle fonti non rinnovabili per l’uomo?
Nel 1956 lo scienziato statunitense Marion King Hubbert diffuse un importante studio, che predilesse “l’inizio della fine”, perché, secondo lo studioso, intorno al 2014 il petrolio avrebbe raggiunto il proprio picco di estrazione, dopodiché i giacimenti noti avrebbero iniziato a esaurirsi e progressivamente si sarebbero scoperti e sfruttati tutti quelli che non erano ancora noti. Il petrolio, però, non finirà dall’oggi al domani. Quindi sarà molto importante investire sullo sviluppo delle fonti rinnovabili, ma anche improntare la ricerca tecnologica a una progressiva sostituzione, per esempio, dei motori o le centrali, che sfruttano il petrolio come combustibile o forma di energia.
Qualche anno fa la rivista “National Geographic” ha diffuso una serie di documentari dal titolo “L’alba del giorno dopo.Il Mondo senza petrolio”. Appunto questo documentario mostra come sarebbe il Mondo se in circa un mese sparisse il petrolio e di una serie di problematiche che causerebbe la mancanza di petrolio.

Classe 3^A