Sabato 6 novembre 2021 è stata organizzata dall’Anpi e dal Comune di Suzzara una giornata commemorativa per il centenario della nascita del maestro partigiano Stelvio Zonta. Per ricordarlo abbiamo ripercorso le tappe della sua vita attraverso i luoghi in cui ha vissuto.
Stelvio viveva a Suzzara, in via Nazario Sauro 54 – la nostra prima tappa – con i suoi genitori e sua sorella minore Lucia, che oggi è ancora viva. L’abbiamo incontrata e abbiamo ascoltato con grande coinvolgimento la storia del fratello.
Stelvio è stato un partigiano, nato a Suzzara il primo settembre 1921 e morto in combattimento a 23 anni, sui monti della Liguria, durante la Seconda Guerra Mondiale. Era un ragazzo benvoluto da tutti, molto religioso che amava disegnare; infatti, ha dipinto le salette della canonica di Suzzara. Era fidanzato con una ragazza molto bella, di nome Zoe, che purtroppo morì prima che lui partisse per la guerra. Quando l’8 settembre 1943 il re Vittorio Emanuele III firmò l’armistizio con gli alleati, Stelvio, o Stelvione, come lo chiamava affettuosamente la sorella, prestò servizio militare a Roma, quindi tornò a Suzzara e scelse di far parte del movimento partigiano perché non era d’accordo con le idee fasciste.
Successivamente, ci siamo recati con un lungo corteo, costituito per la maggior parte da noi ragazzi, in quella che un tempo era l’Istituto magistrale, dove Stelvio studiò per diventare maestro. Oggi quell’edificio è occupato dal Centro Culturale Piazzalunga. Alla morte, i suoi professori delle magistrali fecero realizzare in suo onore una targa che riporta scritto: “Qui studiò Stelvio Zonta caduto per il secondo Risorgimento. Ricordare, meditare, imparare”, targa visibile ancora oggi presso il Centro.
Stelvio morì il primo settembre 1944 alle ore 16 nell’ospedale di Rocchetta Ligure a causa di una ferita molto grave. Prima di morire disse: “Sia fatta la volontà di Dio, ma prima vorrei rivedere la mia mamma”. Il parroco di Rocchetta Ligure scrisse al parroco di Suzzara per avvisare la famiglia del lutto. Fu avvertito il padre di Stelvio che, tuttavia, non ebbe il coraggio di rivelarlo subito alla moglie e alla figlia Lucia. Quando la mamma venne a saperlo, fu tale la disperazione che Lucia anni dopo la ricordò in una sua poesia con queste parole: L’urlo straziante rompe il discreto silenzio dei tigli nel tiepido mattino di settembre. E svanisce il profumo di ciambella che solo un momento prima la inondava di lusinghiere attese.
Lucia e i familiari mantennero il segreto con tutti. Quelli furono giorni difficili per Lucia che aveva solo dieci anni. Quando gli americani liberarono il Paese, Lucia venne invitata dalle amiche a festeggiare, ma lei rifiutò dicendo “Non posso venire, Stelvio è morto.” Mentre ce lo racconta, ha le lacrime agli occhi. Oggi la sua tomba, nostra ultima tappa, si trova nel cimitero della città: è una tomba bianca, in mezzo a tante altre tombe; visitarla in questa giornata è stato molto commovente e in molti di noi hanno dedicato a Stelvio un pensiero.
Avere partecipato a questa manifestazione, penso che sia stato molto importante per tutti noi ragazzi. Ascoltare sua sorella mentre parlava di lui, con gli occhi che cercavano di trattenere le lacrime per l’emozione, é stato bellissimo e allo stesso tempo commovente. Queste quattro tappe per Suzzara sono state molto significative. C’è chi è rimasto colpito dalle parole e dalla poesia della sorella Lucia, chi si è emozionato di fronte alla tomba di Stelvio, chi invece, come me, per la prima volta si è soffermato ad osservare la lapide in memoria dei caduti affissa sulla Torre di Piazza Castello, in memoria dei tanti partigiani mantovani che hanno dato la vita per il nostro paese.
Stelvio Zonta rappresenta per tutti noi un eroe, un uomo che ha pensato e agito per il bene di tutti, prima ancora che di se stesso.