Il 25 novembre si celebra la Giornata contro la violenza sulle donne, che è stata istituita dall’Onu nel 1999, in ricordo delle tre sorelle Mirabal, deportate, violentate e uccise il 25 novembre 1960 nella Repubblica Dominicana, perché contro il regime dittatoriale del loro Paese.
In Italia e nel mondo le donne continuano a essere vittime di violenza, soprattutto in ambito familiare. Nel mondo ogni anno vengono uccise circa 45mila donne, 5 ogni ora. In Italia, nel 2023, le vittime sono state 106, una ogni tre giorni, e sono quasi 7 milioni le donne tra 16 e 70 anni che hanno subito una qualche forma di violenza fisica o sessuale nella loro vita. Nel 2022 sono state più di 20mila quelle che si sono rivolte a un centro antiviolenza e oltre 30 mila le chiamate all’1522, il numero antiviolenza e stalking.
Sono numeri impressionanti, che ci fanno capire l’importanza del 25 novembre come data per ricordare e denunciare il maltrattamento fisico e psicologico su donne e bambine. Il colore rosso del sangue delle donne uccise è una costante nei simboli usati per sensibilizzare su femminicidi e violenze, esso è stato scelto in quanto simbolo dell’amore, della passione che si trasforma in male e in violenza, e simbolo della femminilità, che purtroppo, oggi, troppe volte viene violata. I due principali simboli sono le scarpette e la panchina, entrambe rosse. Il tema della panchina simboleggia il posto lasciato vuoto da una donna vittima di omicidio: il passante viene invitato a sedersi e a riflettere sulla necessità di dedicare un momento di ascolto e sostegno alle donne vittime di violenza.
Le scarpette invece sono nate dall’idea di un artista messicana nel realizzare un’installazione che riguarda 33 paia di scarpette rosse, tutte diverse l’una dall’altra ma accomunate dallo stesso colore, lo stesso del sangue e del fatto di essere prive delle loro rispettive proprietarie, in memoria anche della sorella assassinata dal marito. In alcune città vengono illuminati anche monumenti e palazzi con una luce rossa proprio per dire “No” alla violenza sulle donne. Troppo spesso le donne vittime di violenza si sentono sole, convinte che nessuno possa capire o, peggio, aiutare. Ma non è così, non deve essere così: infatti, uno dei tanti obiettivi di questa giornata è porre sotto i riflettori il fenomeno e far sì che sempre più persone conoscano e riconoscano le radici e la profonda gravità del problema, dare alle vittime il coraggio di denunciare e poter garantire un sostegno adeguato che renda loro possibile liberarsi da questo grande pericolo, augurandoci che questi episodi diminuiscano fino a scomparire.

Classe 2^C